Giubileo anno 2008
GIUBILEO 2008
In occasione del 1750° anniversario del martirio di S. Agrippina il nostro Vescovo mons. Vincenzo Manzella ha chiesto al Santo Padre di poter celebrare un anno giubilare.

Il significato del Giubileo
Il Giubileo è per la Chiesa un tempo dedicato in modo particolare a Dio, uno speciale anno di grazia del Signore, di riconciliazione, di penitenza, di carità verso il prossimo. Ma è anche un tempo di gioia nel sentirsi liberati dal peccato e salvati da Gesù Cristo; è la caratteristica dell'attività di Gesù e non soltanto la definizione cronologica di una certa ricorrenza.
La parola Giubileo richiama alla mente il concetto di giubilo, ossia un sentimento di gioia, di esultanza, di festa; deriva dall'ebraico Yovèl, il corno di ariete che la legge mosaica prescriveva di suonare a mo di tromba ogni cinquanta anni come segnale di inizio di un anno santo, di un anno tutto dedicato al Signore.
La tradizione neotestamentaria vede realizzati i suoi contenuti nelle "parole" e nelle "opere" di Gesù il quale, entrando un giorno nella sinagoga di Nazaret e richiesto di commentare il rotolo di Isaia riferisce a se le parole del profeta, presentandosi come l'inviato da Dio nel quale l'utopia giubilare comincia a concretizzarsi: "Lo Spirito del Signore è sopra di me, per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunciare ai poveri il lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore"(Lc 4,18-19).
Il segni del Giubileo
I principali segni che tradizionalmente sono adoperati nei giubilei sono il pellegrinaggio, la Porta Santa, le indulgenze, la carità e la memoria dei martiri.
Il pellegrinaggio è elemento assai antico nella vita cristiana, con profonde radici antropologiche: l'uomo viator (viandante).
Due sono gli elementi che fanno un pellegrinaggio: l'andare e la meta. Procediamo dal mistero, Dio, e siamo in cammino verso il mistero, Dio.
Il pellegrinaggio ci chiede un ripensamento sul principio di dinamicità della nostra vita credente: in ogni realtà siamo chiamati ad amare insieme l'andare e la meta, il provvisorio che ci conduce e il definitivo che ci attende, sapendo che le cose concrete, che sono il terreno in cui camminiamo, hanno il loro posto decisivo e insieme che l'invisibile che ci attende e ci attira ha il suo posto.
La Porta Santa rappresenta la meta del pellegrino. Il tempio è segno della Casa del Padre, del Regno promesso dove c'è Dio che accoglie come Padre tutti i suoi figli, che per Cristo nella forza dello Spirito, in compagnia di Maria e Agrippina, camminano verso di Lui. Cristo è la grande Porta che apre agli uomini l'accesso al Padre. Lui è la Porta nella quale dobbiamo entrare per essere nella Casa del Padre. Si entra nel tempio per celebrare l'Eucaristia, per trovarsi come popolo radunato nella fede, per ritrovare il senso della condivisione ecclesiale.
L'indicazione della porta richiama la responsabilità di ogni credente ad attraversarne la soglia. Passare per quella porta significa confessare che Gesù Cristo è il Signore, rinvigorendo la fede in lui per vivere la vita nuova che Egli ci ha donato.
La dottrina delle indulgenze dice che il perdono cristiano, quello che riceviamo nel sacramento, "cancella la colpa, ma non rimette la pena", il che significa (detto in termini moderni e non giuridici) che il perdono non cambia la storia di male, il dato di realtà, che si è creata. Per questo normalmente ci è richiesta, dopo la confessione, una "penitenza", cioè un atto concreto di riparazione, un gesto che crei una contro-realtà.
L'indulgenza riguarda la pena. Per "accostarsi al trono della grazia", e cioè al cuore di Dio Padre, ricco di misericordia, che giunge a noi in Gesù come "indulgenza e remissione di tutti i nostri peccati" mediante una sovrabbondante effusione di Spirito Santo, il popolo di Dio ed ogni credente si dispongono al perdono giubilare, con alcuni segni esteriori ed interiori di partecipazione:
1. Impegnandosi innanzitutto a sviluppare in se stessi un atteggiamento interiore di distacco affettivo da qualsiasi peccato ed a convertirsi.
2. Celebrando degnamente il Sacramento della Penitenza, per aprire il cuore alla sovrabbondante misericordia di Dio voluta dal Signore per il perdono dei peccati.
3. Partecipando alla Santa Eucaristia, il banchetto di festa che il Padre prepara per chi si converte e torna a Lui.
4. Pregando secondo l'intenzione dcl Santo Padre come testimonianza di comunione con tutta lál Chiesa.
5. Compiendo un atto di carità, di penitenza e il pellegrinaggio per esprimere la conversione del cuore alla quale conduce la comunione con Cristo nei sacramenti.
La carità è un segno della misericordia di Dio, oggi particolarmente necessario, che apre i nostri occhi ai bisogni di quanti vivono nella povertà e nell'emarginazione.

La carità deve anche acquistare una dimensione pubblica e collettiva, ed è utile e opportuno superare una dimensione personale e individuale di vita santa per informare e animare la convivenza civile di una cultura nuova e più umana.
La memoria dei martiri è un segno perenne, ma oggi particolarmente eloquente, della verità dell'amore cristiano. Il martirio rischia di essere per noi una immagine legata all'antichità, lontana, eroica, ma molto teorica. Il primo dato di cui prendere atto è che oggi il martirio è ancora una realtà presente e vera, sia nella sua forma estrema di dono della vita fino alla morte, sia nella sua forma di testimonianza eroica della vita cristiana vissuta.
Come S. Agrippina fu per il suo tempo un segno eloquente e visibile della verità del Vangelo, anche noi oggi siamo chiamati a dare ragione della nostra fede con una testimonianza visibile e concreta.
Celebrare il Giubileo di S. Agrippina significa per noi imitarne le virtù non in maniera astratta ma concreta: la verginità come dono totale di sé a Dio - Lui basta - e la testimonianza dell'amore e della carità, perché a questo nostro tempo servono più testimoni che maestri.
INDIZIONE DEL GIUBILEO
PENITENZERIA APOSTOLICA Prot. N. 5 19/07/1
BEATISSIMO PADRE
Vincenzo Mantella, Vescovo di Caltagirone, mentre manifesta i sensi della sua profonda venerazione alla Santità Vostra, rappresentando anche il proprio clero e i fedeli affidati alla sua cura pastorale, umilmente supplica: il giorno 13 giugno 2008, si compirà il millesettecentocinquantesimo anno, da quando, a Roma, Santa Agrippina, al tempo dell'Imperatore Valeriano, consumò il martirio. Il Suo corpo, trasferito in Sicilia il giorno 17 maggio 259, e riposto a Mineo, brilla per molti miracoli. Offrendo questo anniversario l'occasione di celebrazioni religiose e iniziative di catechesi, con le quali favorire una sincera conversione del cuore, come esorta l'esempio eroico di S. Agrippina, l'Ecc.mo Oratore vivamente desidera e conseguentemente chiede il dono dell'indulgenza plenaria, che ha l'efficacia di invitare i fedeli a partecipare con animo disposto a questi pii uffici da tenersi durante il tempo giubilare, professando più intensamente la Fede, la Speranza e la Carità, riprendendo vigore con ì Sacramenti, aderendo con fedeltà sempre più ferma alla Santa Chiesa, raccolta in tutto il inondo attorno alla Santità Vostra, e nella Diocesi attorno al proprio Vescovo.

Giorno VI Novembre MMVII
La PENNENZIERIA APOSTOLICA, per mandato del Sommo Pontefice, concede volentieri l'Indulgenza plenaria, alle solite condizioni (Confessione sacramentale, Comunione eucaristica e Preghiera secondo l'intenzione del Sommo Pontefice) da lucrare una sola volta al giorno, ai fedeli veramente pentiti:
a. che facciano un pio pellegrinaggio alla Chiesa Collegiata parrocchiale di Santa Agrippina, e ivi partecipino al sacro rito o ad un altro pio esercizio, compiuto in onore di Santa Agrippina;
b. che visitino lo stesso Tempio separatamente o in gruppo, e ivi, per qualche tempo, facciano pie meditazioni, e recitino anche il Padre Nostro e il Credo, aggiungendo pie invocazioni alla Beata Vergine Maria e a Santa Agrippina.
I fedeli inoltre, almeno con contrizione del cuore, potranno conseguire l'indulgenza parziale anche più volte al giorno:
a. se si dedicheranno a suppliche o ad altri atti di pietà in onore di Santa Agrippina almeno privatamente;
b. se piamente si applicheranno ad opere o di misericordia o di penitenza o di evangelizzazione approvate dall' Ecc.mo Vescovo di Caltagirone.
Avendo la presente validità per l'intero giubileo di Santa Agrippina, dal giorno 11 gennaio 2008 fino al giorno 11 gennaio 2009. Nonostante qualunque altra cosa in contrario.


